Non sono da escludere aumenti di pane, farina, biscotti o mangimi per animali da limitare evitando speculazioni nella filieraRoma, 25 febbraio 2022 Le conseguenze della guerra in Ucraina iniziano a sentirsi anche in Italia con laumento di mais (+3,5%), grano tenero (+2,5%) e soia (+1,5%).Lo comunica CAI Consorzi Agrari dItalia commentando i dati delle rilevazioni della Borsa Merci di Bologna, punto di riferimento per le contrattazioni nazionali delle materie prime agricole.Il grano tenero, utilizzato per la produzione di pane, farine e biscotti, viene quotato, a seconda del valore proteico, dai 4 agli 8 euro in pi a tonnellata, attestandosi in media intorno ai 315-320 euro/tonnellata con quote di 381 euro/tonnellata per gli speciali di forza (+2,5%).Deciso laumento anche del mais, fondamentale per la produzione di mangimi, che viene quotato 10 euro in pi a tonnellata (+3,75%).Aumenta di 10 euro a tonnellata anche la soia (+1,5%), mentre lorzo e il sorgo quotano rispettivamente 7 e 6 euro in pi a tonnellata (+2,4%).La Borsa Merci di Chicago, punto di riferimento a livello internazionale, ha registrato aumenti pi contenuti rispetto a ieri con grano tenero (+1,2%), mais (+1%) e soia (+1,1%).Occorre impegnarsi per evitare che questa crisi colpisca consumatori e agricoltori, anche a causa di possibili manovre speculative finalizzate a costringere i produttori a vendere sotto la soglia degli enormi costi di produzione sostenuti in questo periodo per il caro energia spiega Gianluca Lelli, Amministratore delegato di Consorzi Agrari dItalia -. chiaro che, visto lo scenario in evoluzione, non sono da escludere rincari dei prodotti finali come pane, farina, biscotti o mangimi per animali che per dobbiamo limitare evitando proprio le speculazioni nella filiera.LItalia, secondo unanalisi Coldiretti, importa il 64% del grano tenero per il pane e i biscotti, il 44% di quello necessario per la pasta, senza dimenticare il mais e la soia fondamentali per lalimentazione degli animali e per le grandi produzioni di formaggi e salumi Dop, dove con le produzioni nazionali si riesce attualmente a coprire rispettivamente il 53% e il 73% del fabbisogno nazionale.